La cucina dei nostri nonni: minestra di riso e prezzemolo

Ho pensato che potrebbe essere una cosa carina, magari un paio di volte al mese, scrivere qualche ricetta meneghina che facevano e mangiavano i nostri nonni e che magari per tempo, difficoltà di reperimento degli ingredienti, moda o altro si sono un po’ perse.

Visto il periodo di bagordi appena passato direi di partire con “una roba un po’ leggera” e quindi con la minestra di riso e prezzemolo.

Gli ingredienti sono: 1 mazzetto di prezzemolo, 2 etti di riso, erba salvia (come si diceva una volta), 2 litri di brodo, grana padano grattugiato.

La preparazione è semplice: portare a ebollizione due litri di brodo, “calare” due etti di riso e cuocere al dente. Nel contempo pulire e sminuzzare con la mezzaluna sia il prezzemolo che la salvia. Incorporare quindi il pesto di salvia e prezzemolo alla minestra di riso, spegnere il fuoco e servire in tavola con abbondante grana padano grattugiato

Un tesoro nascosto: la residenza Vignale

Giovedì era una bellissima giornata di sole a Milano e ho avuto l’opportunità, finalmente, di entrare alla residenza Vignale che si trova in via Enrico Toti al numero 2 (Fermata Conciliazione M1 rossa). Di solito è chiusa al pubblico, viene aperta solamente per eventi, congressi.

Si racconta, in quanto non ci sono indicazioni precise, che fosse di proprietà di un principe austriaco che fece costruire il palazzo perchè innamorato di una donna milanese. Siamo nei primi del 900 e la facciata è in puro stile liberty, ci sono dei giovinetti in cemento che sorreggono un balcone.

Facciata

Le stanze sono arredate con arazzi, specchiere, console, applique. I pavimenti in parquet e i soffitti decorati a passasotto, tipici di inizio 900, sono originali.

AtrioStanza OroStanza RosaStanza Rossa

Usciti dalla residenza e trovandoci in centro possiamo decidere di andare a fare un giro in Santa Maria delle Grazie che si trova a due passi o se, come me amate il liberty, la zona non vi deluderà sicuramente.

Io invece, ne ho approfittato per assaggiare finalmente gli éclair di Christophe Adam che ha appena aperto un suo punto vendita in piazzale Baracca: quello al burro salato è il mio preferito! 🙂

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Costruiamo il Duomo a uf?

Entrando nel Duomo di Milano i nostri occhi sono abituati a guardare dovunque: ci sono le vetrate, il pavimento, le altissime colonne, e poi lì sul muro a destra c’è questa piccola pietra incastonata nella parete. Indica l’anno di nascita del nostro Duomo.

Che cosa vi posso raccontare che già non si sappia? Praticamente niente, forse solo qualche curiosità: la cava di marmo si trova oggi in Piemonte. Dico oggi perchè nel 1386 quello era granducato di Milano! Gian Galeazzo Visconti decise, diversamente dalla maggior parte delle chiese a Milano che erano in mattoni, di usare questo bel marmo rosato. I blocchi di marmo venivano trasportati dal fiume Toce fino a Milano attraverso il sistema dei navigli e ogni blocco era marchiato con la sigla AUF (ad usum fabricae) e pertanto non pagavano i dazi.

In milanese si usa ancora oggi l’espressione “a uf” oppure “a ufo” per indicare qualcosa gratis o a sbafo.