Il portale dei fauni

Rieccoci di nuovo dalle parti della Guastalla, si vede che la zona mi piace vero? Accanto alla Sinagoga, della quale abbiamo già parlato lo scorso anno, c’è questo bellissimo portale.

Sono raffigurati Adamo ed Eva ricoperti dalle foglie di fico, dei genietti con animali marini e i fauni.

Le iscrizioni latine riportano viviamo per l’acqua e vigila per vivere.

Questo portale era in un ninfeo di una villa napoletana.

La cripta della Cà Granda

Oggi andiamo alla scoperta dell’archivio storico della Cà Granda e del Sepolcreto, luoghi magici che hanno riaperto i battenti quest’anno dopo una chiusura lunghissima.

Sappiamo che l’ospedale della Cà Granda è stato fondato da Francesco Sforza nel 1456, dopo di lui però abbiamo altri due nomi che vengono considerati come il secondo e il terzo fondatore di quest’opera. Il secondo fondatore è Giovanni Pietro Carcano, banchiere e commerciante di lane. Alla sua morte lascerà i suoi beni all’ospedale che poté ampliare l’edificio nella parte centrale. Venne abbattuta S. Maria Annunciata nel centro del cortile e si costruirà invece la chiesa, tuttora presente, sotto il porticato. Vengono costruite le sale amministrative per il consiglio che è ancora oggi formato da 18 elementi, di cui 16 laici.

Partiamo dall’archivio storico. Qui ci troviamo nella sala del capitolo estivo mentre quello in fondo a destra, più piccolo e con le pareti in legno è la sala del capitolo d’inverno. La costruzione risale al 1637 ed è del Richini. Al suo interno ci sono migliaia di documenti relativi all’amministrazione dell’ospedale. In fondo è esposto anche l’atto di fondazione dell’ospedale firmato da Francesco Sforza. La volta della sala del capitolo d’estate è affrescata dal Volpino ed è del 1638.

Questo slideshow richiede JavaScript.

L’idea era quella di avere due vie:

  • Sopra la via dei vivi
  • Sotto la via dei morti

Il primo cimitero intramurario era nel cortile centrale, intorno alla chiesa della S. Maria Annunciata, ma nel ‘600 le cose iniziarono a cambiare e i morti vengono pertanto seppelliti sotto, nella cripta, dove stiamo scendendo adesso con il nostro bravo caschetto in testa. Qui sono stati sepolti anche i martiri delle V giornate dal 1848 al 1861, quando poi vennero trasferiti nel monumento ossario in cui ancora riposano nell’omonima piazza. I loro nomi sono riportati in lunghe liste su lastre di marmo attaccate alle pareti.

Nel 2013 con i fondi di Cariplo e Regione Lombardia si procede con il restauro conservativo del luogo, la messa in sicurezza, il tamponamento dei pavimenti e l’inserimento dell’elettricità. Oggi ci sono ancora dei resti qui sotto. Ogni tanto la dottoressa Cattaneo del laboratorio di antropologia forense viene a fare indagini.

Nella cripta ci sono i resti di un antico affresco del Volpino con una danza macabra di decine e decine di scheletri ad altezza naturale del 1630.

In fondo le lapidi dei benefattori dai cimiteri dismessi. La prima lapide è di Giuseppe Macchi, il terzo fondatore della Cà Granda. Notaio milanese morì a fine 700; con il suo patrimonio venne costruita la crociera finale.

Questo slideshow richiede JavaScript.

L’ingresso è in via Francesco Sforza e le visite guidate possono essere prenotate tramite l’Associazione Ar.se a questo indirizzo internet: https://www.arsemilano.it/biglietti-orari-arse/

 

I giardini della Guastalla

I giardini della Guastalla sono i più antichi della città. Ci troviamo proprio dietro al Duomo, tra l’Università Cà Granda, il Policlinico e la Sinagoga, della quale vi ho raccontato qualche tempo fa.

Prende il nome dai conti di Guastalla della provincia di Reggio Emilia. Paola Ludovica Torelli, contessa di Guastalla, è un personaggio molto importante per la nostra città. Prima dei trent’anni è già vedova due volte, ha perso anche i genitori e il figlio. Decide di non risposarsi ma di condurre una vita spensierata fatta di feste, lussi, viaggi… Grazie all’intervento del suo confessore, deciderà di vendere i beni di famiglia e destinare i guadagni a opere caritatevoli; nel 1530 si trasferirà a Milano dove rimarrà molto colpita dalla situazione di degrado in cui vivono alcune donne.

Fonda la congregazione delle suore Angeliche di San Paolo che sarà la prima congregazione femminile non di clausura; nel 1537 farà edificare la chiesa di San Paolo Converso, ancora oggi esistente e, nel 1557 fonderà il collegio della Guastalla che ospiterà una ventina di giovani dai 10 ai 21 anni di buona famiglia ma decadute. Il terreno prescelto per costruire questo collegio è quello che va tra Porta Romana e Piazza 5 Giornate. All’interno dello spazio acquistato si trovava il collegio, il laghetto con i pesci e un grande bosco con alberi da frutto. Il convento doveva essere il più autonomo possibile ed è rimasto attivo fino al 1700 circa.

Tra la fine del 1560 e il 1938 vengono fatti diversi interventi su questo terreno: viene realizzata la Peschiera, l’Edicola della Maddalena e il tempietto; successivamente il Comune di Milano acquisterà l’intera area e inizierà una prima ristrutturazione con l’abbattimento del muro di cinta e la piantumazione di diversi arbusti. Gli alberi piantati sono poco più di 180 e tra questi dobbiamo sapere che ce ne sono alcuni monumentali come la “Catalpa” e i faggi vicino al tempietto. La Catalpa, detta anche albero dei sigari, è un arbusto molto contorto con una chioma asimmetrica che fa davvero molta ombra. Questi sono i giorni perfetti per riposarsi sotto le sue fronde!

Come vi raccontavo altri elementi inseriti in questi anni sono: la peschiera barocca del 700 che ha una balaustra in pietra e in origine era alimentata dalle acque del naviglio che scorrevano sotto via Francesco Sforza prima che venisse interrato e nel 18° secolo l’aggiunta del tempietto e dell’edicola.

Il tempietto è dell’architetto Cagnola in stile neoclassico e ospitava al suo interno la statua di una ninfa acefala, mentre l’edicola è di un artista anonimo e raffigura la “Maddalena assistita dagli angeli” ed è in terracotta.

Bene, spero di avervi incuriosito. Ad oggi le fermate della metropolitana più vicine sono Crocetta sulla M3 gialla e Duomo sulla M1 rossa/M3 gialla. La zona al momento è interessata dai lavori della M4.

Questo slideshow richiede JavaScript.

La sinagoga

Chi segue questo blog sa perfettamente che parliamo sempre di posti non famosissimi, ma a mio insindacabile parere degni di essere conosciuti.

Oggi per esempio vorrei portarvi a conoscere la Sinagoga di Milano che si trova proprio in pieno centro, praticamente ci troviamo dietro piazza del Duomo.  La facciata della sinagoga è del 1892 ed è del Beltrami in stile eclettico. Il portale ricorda il 500/600 mentre la parte superiore della facciata riporta a elementi di architettura ebraica/spagnola con ascendenze arabe.

Partiamo dall’inizio: a Milano c’è una Sinagoga ma non c’è un ghetto, non so se ci avete mai fatto caso! Il motivo è presto spiegato: per una legge degli Sforza gli ebrei non potevano fermarsi in città per più di 3 giorni consecutivamente, quindi avevano in città i propri commerci ma alla sera rientravano nelle loro case fuori città che erano principalmente nel pavese e nel mantovano. A partire da 1597 gli Spagnoli iniziarono a espellerli e poterono rientrare in città solamente dal 1800 circa. La maggior parte degli ebrei che vivono a Milano sono originari di Mantova. Grazie ai loro commerci e alle tasse pagate chiesero un prestito allo Stato Italiano per la costruzione della Sinagoga e affidarono il progetto a Luca Beltrami. Distrutta nella seconda guerra mondiale è stata ricostruita. Di originale è rimasta solo la facciata. Gli interni sono una ristrutturazione del 1996 e le vetrate sono di Roger Selden, un artista newyorkese che ha inserito tutti i simboli dell’ebraismo.

Vi lascio qualche foto dell’interno. Questa Sinagoga è ortodossa con la divisione per piano tra uomini e donne. Il pulpito è al centro della sala e le persone sono sedute intorno. Al centro c’è un muro con una tenda rossa: custodisce la Torah che è una pergamena alta 1,5 metri e lunga 7: è scritta a mano da uno scriba con un inchiostro vegetale.

La Sinagoga si trova in via della Guastalla e per entrare e visitarla dovrete necessariamente seguire una visita guidata.

Alla prossima

Questo slideshow richiede JavaScript.

Il tredesin de marz: l’inizio della primavera

Il tredezin de marz è una festa di origine celtica ancora oggi è molto sentita soprattutto nella zona di porta Romana. Camminando per le vie Crema, Piacenza e Giulio Romano, durante la festa, potrete notare le bancarelle di fiori, piante e arredi per giardino. Con il tredesin de marz si festeggia ufficialmente l’inizio della primavera.

La leggenda racconta che nel 52 d.c San Barnaba predicò il vangelo in una radura appena fuori Milano. A quel tempo la nostra città era ancora pagana e ricca di tradizioni celtiche. Pare che i cittadini fossero riuniti intorno ad una pietra forata con incisi 13 raggi. Bene, San Barnaba picchiò il bastone nella pietra e immediatamente la neve che copriva la città si sciolse lasciando il posto alla primavera. Da questo gesto si fa risalire la diffusione del cristianesimo il 13/03/52

La pietra forata, segnata con tredici scanalature radiali, è un orologio celtico e viene conservato nella chiesa di Santa Maria al Paradiso

IMG_20180207_220816_.jpg

Info: La fermata più vicina per la chiesa di Santa Maria al Paradiso è Crocetta sulla M3 gialla.

Ps: quest’anno il tredezin de mars si festeggia domenica 11 marzo. Potete trovare sul sito del comune di Milano la locandina con gli eventi.