La Santa Maria Bambina

Rieccomi qua finalmente. Chi mi segue anche sulla pagina facebook sa che 10 mesi fa ho avuto un bimbo e da allora le mie giornate sono state una centrifuga. Onestamente pensavo che sarebbe bastato essere persone organizzate ma, non è così.

Comunque, bando alle ciance. Partiamo da una tradizione molto milanese, la vedete nell’immagine di copertina.

Se penso alla camera da letto di mia nonna mi vengono in mente sicuramente lo scrigno che conteneva la caramelle al Fernet e le Rossana, la Madonna con il bambino che si accendeva sopra la testata del letto e poi lei…lì sul comò la statuetta della Maria Bambina.

Vi dico la verità, quando ero piccola mi faceva un po’ impressione vederla lì in cera,  con l’aspetto di una neonata, il corpo immobilizzato da fasce strette e decorata con pizzi e merletti sotto una campana di vetro. Ne avete mai viste? Magari qualcuno ce l’ha ancora a casa, da qualche parte.

Perchè ve ne parlo? Perchè proprio in centro, in via Santa Sofia, c’è il Santuario di Maria Bambina. Il simulacro qui contenuto risale alla prima metà del 1700 ed è opera di Suor Isabella Chiara Fornari. A metà dell’800 la statuetta viene affidata alle suore della Carità che nel 1876 la porteranno in Santa Sofia.

Domani 9 settembre si commemora l’anniversario del primo miracolo avvenuto 135 anni fa quando la malata Giulia Macario chiedendo la grazia al santo simulacro guarì perfettamente nel giro di pochissimo tempo.

Se passate in via Santa Sofia al 13, fateci caso, c’è una targa su un anonimo palazzo con l’indicazione del Santuario; come spesso accade non è subito visibile ma vale la pena andare a vederlo

La fotografia di copertina rappresenta la Santa Maria Bambina originale, me l’ha prestata la mia amica Maria Teresa Ioannisci. Grazie di cuore, a buon rendere.

Spero di ricevere i vostri commenti.

Buona lettura Ilaria (e Lorenzo)

 

 

 

 

Il Santuario di Santa Maria alla Fontana

Quello che andremo a visitare oggi è un luogo sconosciuto ai più, ma antichissimo e molto suggestivo a mio parere. Stiamo parlando del Santuario di Santa Maria alla Fontana che porta come data di fondazione 29 Settembre 1507, anche se la sorgente naturale che sgorgava qui risaliva ad almeno 1000 anni prima della sua fondazione.

Qui si era in aperta campagna e l’area era di proprietà dei padri benedettini di San Simpliciano. È diventato santuario grazie al miracolo occorso a Charles D’Amboise che era governatore a Milano per conto del re di Francia e che versò ingenti somme di danaro ai benedettini per far erigere il santuario.

La struttura era su due livelli: due metri e mezzo sotto c’era la grande vasca dove i milanesi potevano immergersi oppure bere mentre sopra c’era il santuario vero e proprio con chiostri e portici aperti in modo che si potesse sentire la messa anche dal piano inferiore.

I Benedettini di San Simpliciano dovettero cedere il santuario ai Padri Minimi di San Francesco da Paola che, arrivati a Milano dalla Calabria, non avevano un luogo dove stare. Questi ultimi, secondo le loro esigenze, trasformeranno il Santuario modificandolo in un monastero.

Vediamo un po’ che cosa è rimasto: beh la sala quadrata è il luogo dove c’era la risorgiva poi incanalata in una fontana. Dove ci sono i sampietrini riconosciamo la parte più antica. La pietra da cui escono le 11 bocchette era qui ancora prima dell’arrivo di Charles D’Amboise. Purtroppo nel 1877 a causa di un incendio in un deposito di materiali la fonte originale si è inquinata e adesso la fontana è collegata all’acquedotto come le vedovelle. Vi capiterà comunque di vedere persone che continuano a venire qui a bere l’acqua o a riempire le bottiglie.

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Per quanto riguarda i chiostri invece, per anni la suggestione è che potessero essere stati progettati da Leonardo. Questo perché era l’artista preferito da Charles D’Amboise e poi perché sono stati trovati dei fogli nel codice atlantico con il disegno di questi archi. L’ipotesi invece più accreditata al momento, anche se il dibattito è ancora aperto, è che si tratti di un lavoro dell’architetto Giovanni Antonio Amodeo che peraltro ha lavorato ai cantieri del Duomo, di San Satiro e di Santa Maria presso San Celso e che era ingegnere presso la corte di Ludovico il Moro.

I lati del chiostro più vicini al santuario sono i più antichi. Gli stemmi che vediamo sono quelli delle famiglie nobili francesi che hanno contribuito alla costruzione del santuario.

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La lapide di fondazione che testimonia la posa della prima pietra

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La sala rossa, oggi inglobata nel santuario, era in partenza la sacrestia. Non è un luogo di celebrazione. Nel quadro a olio una Madonna con il bambino e l’autore presunto è Bernardino Campi. La pala ci racconta il miracolo di questa fonte. Al centro la Madonna con il bambino in braccio e il manto stellato, subito sotto il ruscelletto che rappresenta la nostra fonte e sotto ancora il bastone per camminare che indica questo luogo. Subito a sinistra Charles d’Amboise guarito e all’estrema sinistra S. Francesco da Paola. A destra invece della Madonna abbiamo nuovamente Charles D’Amboise e all’estrema destra Matteo da Messina che è stato padre minimo al santuario. Le grottesche rosse rappresentano alcuni simboli della medicina in ambito pagano.

 

Il sole raggiato invece è una scultura in legno dell’epoca di Charles D’Amboise ed è simbolo di trionfo/vittoria: nasce tutti i giorni sulle tenebre da qui alla resurrezione. Le pitture invece sono più recenti. Negli spicchi ci sono i 12 apostoli: c’è Paolo ma non c’è Giuda.

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Il Santuario si trova nella piazza omonima. La fermata della metropolitana più comoda è Zara sulla gialla.