La pasticceria Cova

Sarà l’atmosfera natalizia, le luminarie accese, il freddo che secondo alcuni non è ancora arrivato ma, questi rimangono i giorni migliori per andare a provare le pasticcerie storiche di Milano.

Onestamente non sono ancora riuscita a capire qual è la mia preferita, ma di sicuro la pasticceria Cova è sul podio!

È stata fondata nel 1817 da Antonio Cova ex soldato napoleonico e negli anni ha cambiato diversi nomi da caffè a offelleria a pasticceria come la conosciamo anche noi oggi. Il primo locale era ubicato in piazza Scala e potete vederne l’immagine originale sulle tazzine. Qui, come in diversi altri caffè storici della città, si è fatta la storia: i patrioti delle V giornate si davano appuntamento a questo bancone o su questi divani per discutere come vincere gli austriaci. Fu distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e ricostruita dove si trova adesso, in Montenapoleone 8, in un palazzo progettato dal Piermarini.

Da brava sciuretta milanese quale sono, adoro andare da Cova a bermi un buon caffè e restare ammirata davanti alle sue vetrine. Un paio di anni fa invece, ho deciso di superare la timidezza verso questo luogo magico e mi sono accomodata al tavolo. Che splendore! Saranno stati gli alberi di Natale, il fermento che si respirava per la prima della Scala, il fatto di aver visto diversi signori un po’ agee in abiti eleganti però mi sono trovata subito catapultata in un’altra epoca fatta di eleganza, bon ton, raffinatezza. Ecco, tutto questo è la pasticceria Cova: un luogo che ha festeggiato un paio di anni fa i suoi primi 200 anni mantenendo intatti gli arredi: i divanetti blu, il tovagliato in lino chiaro, gli specchi e i lampadari.

Chissà se i giovani stranieri seduti ai tavoli vedevano tutto questo oppure per loro era un semplice break dalla frenesia dello shopping?

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La Barbajada

Si lo so è la Vigilia di Natale ma non potevo lasciarvi senza il consueto articolo del lunedì. Conoscete la Barbajada? La maggior parte dei milanesi non se la ricorda quindi, qualora il nome non vi dicesse nulla, siete in ottima compagnia. Fu inventata a metà dell’800 da Domenico Barbaja e servita da allora in tutti i bar e le caffetterie milanesi. Di Domenico Barbaja abbiamo già parlato un paio di settimane fa, vi ricordate? Quando abbiamo parlato del Museo della Scala. Domenico Barbaja oltre che aver scoperto Rossini è noto per aver fondato il caffè dei Virtuosi. Agli inizi della sua carriera invece era un semplice garzone e cameriere e fu il primo a servire quella che sarebbe diventata una bevanda famosissima nel centro di Milano.

Ad oggi forse, è ancora possibile ordinarla in alcune pasticcerie storiche, io lo scorso anno sono andata da Sant’Ambroeus, aperta ancora nel 1936. Si trova in Corso Matteotti al numero 7, nel palazzo costruito da Emilio Lancia. Gli arredi sono originali, i lampadari di Murano, i divani in pelle, i tavoli di legno. Tutto trasuda eleganza e prestigio e la loro cioccolata è una delle più buone che abbia mai assaggiato: densa e già zuccherata noi l’avevamo accompagnata con della pasticceria mignon.

Vi lascio la ricetta della barbajada:

Ingredienti per 4 persone: 4 cucchiaiate di cacao amaro, zucchero a piacere, mezzo litro di latte freddo, quattro tazzine di caffè bollente, panna montata, biscottini lingue di gatto o savoiardi o biscotti secchi.

In una casseruola stemperare il cacao con poca acqua, poi unirvi il latte e il caffè sbattendo bene con una frusta; mettere su fuoco dolce e sempre sbattendo portate quasi a bollore, sino a quando si formerà in superficie una schiumetta bianca. Versare il composto in quattro tazze, decorare con un ciuffo di panna e servire subito la bevanda ben calda accompagnata con i biscotti prescelti.

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Per domani, buon Natale a tutti.