La Candelora

Venerdì 02 febbraio si festeggia la Candelora e segna il passaggio dall’inverno alla primavera. Nella tradizione popolare c’è un famoso detto che recita: “quando vien la Candelora dall’inverno siamo fora ma se piove o tira vento de l’inverno siamo dentro” ad indicare appunto come si evolverà il mese di febbraio in merito alle condizioni atmosferiche e quindi ai lavori nei campi.

La tradizione milanese vuole che venerdi 2 alle ore 17.30, avvenga la consueta processione tra le navate del Duomo dell’icona della Madonna dell’Idea.

La Madonna dell’Idea è una piccola tavola attribuita a Michelino da Besozzo che rappresenta da un lato la Madonna in trono e dall’altro lato la presentazione di Gesù al tempio.

Ci sono diverse ipotesi per spiegare il motivo del nome Idea, quella più accreditata arriva da riti pagani legati a Cibele (Magna Mater Idea) che si svolgevano alla fine dell’inverno per invocare la rinascita primaverile della terra.

Per la tradizione celtica questa festa si chiama Inbolc e rappresenta una porta tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. Le giornate iniziano ad allungarsi. Le donne si riunivano e accendevano dei falò. La pianta sacra è il bucaneve e il colore è il bianco. Il rituale da seguire è molto semplice: accendere delle candele bianche.

Ps: Se volete vedere la Madonna dell’Idea dovete andare al Museo del Duomo dov’è normalmente conservata.

Ambrogio e i battisteri

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Oggi vi vorrei far scoprire che cosa si nasconde sotto la pavimentazione del Duomo di Milano. Si, proprio sotto! Chissà quante volte ci sarà capitato di attraversare di corsa la piazza, facendo attenzione a schivare i piccioni, i turisti con le macchine fotografiche, e magari dando un’occhiata veloce alla Madonnina.

Invece mi chiedo, e vi chiedo, avete mai fatto caso che sul sagrato del Duomo ci sono dei solchi? È la pianta del battistero di San Giovanni alle fonti!

I resti sono “spuntati” la prima volta negli anni 60, durante la costruzione della linea rossa della metropolitana. Per accedere bisogna fare il biglietto e entrare nel Duomo. Pochi gradini e sembra di essere lontano anni luce dalla piazza e dalla modernità.

L’area è appena stata sistemata, si vedono delle tombe, i resti di Santa Tecla e poi lei: la vasca ottagonale. Doveva essere bellissimo all’epoca di Ambrogio: probabilmente c’erano dei marmi alle pareti e il pavimento era a mosaico bianco e nero. La pavimentazione della vasca doveva essere anch’essa a mosaico ma in verde e oro mentre la volta doveva essere blu. L’acqua pulita zampillava costantemente 365 giorni all’anno. Qui, in questo battistero, Ambrogio battezzò Agostino.

Battistero San Giovanni alle fonti

C’è poi un secondo battistero vicinissimo al Duomo. Chissà quante volte ci siete passati accanto e non ci avete nemmeno fatto caso. Eppure è lì dal IV secolo! Si trova proprio all’ingresso della salita alle terrazze con l’ascensore. Passati tutti i controlli, giratevi a sinistra. L’avete visto vero? Si tratta del battistero di Santo Stefano alle fonti.

La vasca è ancora ben conservata, si pensa che il pavimento fosse decorato con una croce e le pareti coperte da marmi bianchi. Dalle colonne forate scendeva l’acqua zampillante e probabilmente Ambrogio fu battezzato qui il 30 novembre del 374, prima di diventare vescovo il 07 dicembre del medesimo anno.

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Bene, abbiamo scoperto dove si trovano gli antichi battisteri, ma la metropolitana ci svela altri segreti: nel mezzanino della M1 possiamo trovare i resti dell’antica basilica distrutta di Santa Tecla. Grazie a Expo anche questa zona è stata sistemata e ripulita e pertanto possiamo ammirare un tratto della pavimentazione e dei mosaici.

Basilica di Santa Tecla

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Sotto alla metropolitana, sempre in Duomo, si può vedere anche un rifugio antiaereo della guerra mondiale, ma quello è un altro argomento (che mi sta molto a cuore) e del quale parleremo più avanti.

Info: ovviamente metro M1/M3 rossa e gialla fermata Duomo!

Buone scoperte

Costruiamo il Duomo a uf?

Entrando nel Duomo di Milano i nostri occhi sono abituati a guardare dovunque: ci sono le vetrate, il pavimento, le altissime colonne, e poi lì sul muro a destra c’è questa piccola pietra incastonata nella parete. Indica l’anno di nascita del nostro Duomo.

Che cosa vi posso raccontare che già non si sappia? Praticamente niente, forse solo qualche curiosità: la cava di marmo si trova oggi in Piemonte. Dico oggi perchè nel 1386 quello era granducato di Milano! Gian Galeazzo Visconti decise, diversamente dalla maggior parte delle chiese a Milano che erano in mattoni, di usare questo bel marmo rosato. I blocchi di marmo venivano trasportati dal fiume Toce fino a Milano attraverso il sistema dei navigli e ogni blocco era marchiato con la sigla AUF (ad usum fabricae) e pertanto non pagavano i dazi.

In milanese si usa ancora oggi l’espressione “a uf” oppure “a ufo” per indicare qualcosa gratis o a sbafo.