I resti del vecchio cinema Astra

Chi come me è nato negli anni 70, non può non ricordarsi di un Corso Vittorio Emanuele ricco di cinema. C’è n’era una lunga infilata, su entrambi i lati, fino ad arrivare in Piazza San Babila. Al momento resiste solamente il multisala dell’Odeon, sperando che le sue luci si spengano il più tardi possibile.

Al posto del negozio Zara c’era il bellissimo cinema Astra, che fu inaugurato durante la guerra nel 1941. Aveva più di 1000 posti e nei sotterranei era presente un rifugio antiaereo. Fu acquisito negli anni 50 dalla MGM (quella del leone che ruggisce per intenderci) che ne fece una sala all’avanguardia.

I tempi poi cambiarono, il cinema chiuse e lo spazio fu adibito a attività diverse. Da qualche anno al suo interno c’è Zara. Entrando nell’atrio circolare, sulle scale che una volta portavano alla galleria, adesso ci sono i manichini ma sulle pareti rimangono i mosaici che rappresentano paesaggi sognanti con una profusione di fiori, piante, un fiume che scorre, due gazzelle che corrono sotto una città fantastica, degli aironi che volano. E poi, sul soffitto c’è sempre lui, il caro vecchio lampadario in vetro di Murano.

Se siete interessati a questa chicca, fate come me; entrate e fotografate. Il personale all’ingresso non vi dirà nulla; magari se ne chiederà il motivo ma vi lascerà sicuramente fare.

Il forno delle grucce

Eccoci qua in piazza del Duomo (fermata 1 e 3 rossa e gialla Duomo)

Chi come me ha finito le scuole già da diverso tempo ha sicuramente letto e studiato i Promessi Sposi. Nel capitolo XII si parla del forno delle Grucce e della rivolta del pane avvenuta nel 1628. A quel tempo Corso Vittorio Emanuele si chiamava Corsia dei Servi e la bottega esisteva davvero.

A ricordo di quell’evento è presente questa lapide che così recita: qui era el prestin di scansc nella strada chiamata de servi c’era e c’è tuttavia un forno. Promessi Sposi capitolo XII

La storia racconta che nel 19° secolo quando il forno, dopo diverse peripezie, venne rimesso a nuovo, il proprietario mandò a Manzoni un panettone per ringraziarlo della notorietà che aveva dato alla sua bottega inserendola nel romanzo.

La casa con il forno venne poi demolita.

 

 

Il Sciur Carera

Il negozio di Zara in corso Vittorio Emanuele, racconta alcune storie a chi ha il tempo di fermarsi un attimo.
Per esempio vorrei parlarvi del Sciur Carera oppure uomo di pietra, la cui statua è appunto posta all’ingresso del negozio. Ci avete mai fatto caso?
Si tratta della statua di un togato romano sulla quale la popolazione lasciava dei bigliettini con lamentele, proteste, sberleffi verso chi governava la città.
Ma perché Carera? Semplice, perché l’epigrafe posta di sotto recita la frase Carere debet omni vitio, qui in alterum dicere paratus est che dovrebbe essere all’incirca “deve essere senza vizio chi si prepara a parlare contro qualcuno”.
I milanesi non conoscendo il latino scambiarono Carere per il nome del personaggio e da lì arrivare a Sciur Carera è stato un attimo!