La doppia chiesa di San Cristoforo

Da quando ho iniziato a raccontare della Milano che mi piace, ho parlato raramente di chiese; non perchè non ce ne siano ma semplicemente perchè fino ad oggi sono andata alla ricerca di luoghi meno conosciuti.

Questa mi piace molto. Guardate la fotografia in copertina, non sembra una cartolina? E’ la chiesta di San Cristoforo sul Naviglio. E’ presa d’assalto per i matrimoni, dicono ci sia una lista d’attesa lunghissima, ma d’altra parte la foto sul ponte è imprescindibile.

Come anticipato dal titolo, il complesso di San Cristoforo sul naviglio è composto da due chiesette affiancate. A sinistra la parte più antica, costruita nel 1192 e rimaneggiata poi nel 300, mentre a destra, la parte più nuova del XV secolo che pare che sia stata costruita come ex voto per la scampata pestilenza del 1399 con il patrocinio di Gian Galeazzo Visconti.

Diamo uno sguardo alla facciata, in modo da renderci subito conto della diversità. A sinistra c’è un portale in cotto del ‘400 e un rosone, a destra invece un portale e due monofore. L’unica cosa uguale in entrambi i casi sono i resti di antichi e colorati affreschi.

Si tratta di una chiesa davvero importante, era sulla strada per entrare in Milano, sia che tu arrivassi da terra o navigando il naviglio, il grande San Cristoforo sulla facciata ti segnalava l’arrivo in città.

All’interno , si può vedere una statua lignea di San Cristoforo nella parte più antica, mentre nella Cappella Ducale una statua di San Giuseppe.  Vi metto qualche fotina dell’interno in modo che possiate vedere il Cristo benedicente del XII secolo di chiara origine bizantina mentre nella Cappella Ducale è degna di nota la Madonna con il bambino che pare sia del Luini e per la quale, ancora oggi, c’è grande devozione.

Questo slideshow richiede JavaScript.

 

 

La Gesa di lusert alias Oratorio di San Protaso al Lorenteggio

Ebbene sì, anche a Milano ci sono delle chiese, anche se fino a adesso non ne abbiamo ancora viste insieme. Oggi però vi voglio portare a conoscere l’oratorio di San Protaso al Lorenteggio. Non vorrei essere ripetitiva ma magari, ci siete passati in autobus accanto e non l’avete mai notata! Dove l’abbiamo piazzata? Beh su uno spartitraffico! Da qualche anno è interessata anche dagli scavi per i lavori della M4….ma lei, la gesa di lusert (la chiesa delle lucertole) continua imperterrita a resistere.

Onestamente mi ha sempre affascinato questa chiesetta. Forse per il posto strano in cui si è venuta a trovare ai giorni nostri. Ci sono passata accanto in macchina innumerevoli volte, c’è così tanto traffico di solito su quella strada, non c’è un parcheggio…insomma, tutte le volte che l’ho vista ho sempre fantasticato su come si sia trovata in quella posizione, quante storie abbia da raccontare, quanta vita abbia visto passare.

Sabato finalmente sono riuscita a entrare, era aperta. Così come durante la festa di quartiere del Lorenteggio. L’oratorio era un luogo di preghiera per i contadini che abitavano nella zona del comune dei Corpi Santi, fuori Porta Vercellina. Passò poi al comune di Lorenteggio fintanto che anche quest’ultimo non fu inglobato nella città nel 1923. A ricordo della sua origine, circa 10 anni fa, fu posto davanti alla chiesa un antico cippo di confine del 1800 con l’indicazione del comune di appartenenza.

La struttura è ovviamente molto semplice: pianta rettangolare, abside semicircolare, tetto a capanna e soffitto in legno a cassettoni. Alle pareti diversi affreschi che purtroppo versano in cattive condizioni. La storia di questa chiesa è lunghissima, non ci sono dati ufficiali ma pare che fu costruita intorno all’anno 1000 dai monaci benedettini di San Vittore al Corpo e dedicata a San Protaso, vescovo di Milano. Se ne volete sapere di più, in fondo vi lascio il link degli amici della chiesetta di San Protaso al Lorenteggio.

Ci sono tante storie intorno a questo oratorio, per esempio si racconta di una botola presente nella chiesetta e chiusa durante i restauri. Pare che il cunicolo portasse al Castello Sforzesco. D’altra parte si sa che sotto il Castello sono presenti diversi cunicoli, ma questa è un’altra storia al momento….

Dal 2015 l’oratorio è stato posto sotto il vincolo della soprintendenza dei beni archeologici e paesaggistici della Lombardia e questo ha fatto si che gli scavi della metro 4 siano stati spostati di qualche metro per non intaccare questa antica chiesina nonché la chiesetta più piccola di Milano.

Vi state chiedendo perché gesa di lusert? Semplicemente perché per anni l’oratorio è stato chiuso e in disuso e frequentato solamente dalle lucertole.

Anni fa persino Piero Mazzarella compose una canzone per la chiesa delle lucertole; lascio qui sotto il testo. La traduzione è mia, ma dovrebbe essere corretta!

Gh’è ona gesa là in fond C’è una chiesa là in fondo
a la strada che porta a Biegrass, alla strada che porta a Abbiategrasso
la gh’ha minga el sagraa non ha il sagrato
e l’è fada de sass; ed è fatta di sassi
l’è freggia d’inverno, è fredda d’inverno,
co’i mur che se lassen andaa, con i muri che si lasciano andare
ma la cros del Signor ma la croce del Signore
la te manda calor. ti manda calore
Nott e dì gh’è semper ‘vèrt Notte e giorno è sempre aperto
a la gesa di lusert, alla chiesa delle lucertole
lì ghe prega la povera gent, è lì che prega la povera gente
senza cà, senza nient. senza casa e senza niente
Famm la grazia anca a mi, Fai la grazia anche a me
che son pover come ti, che sono povero come te
ti tel see che son senza pretes, tu lo sai che sono senza pretese
scusom tant se hoo pregaa in milanes. scusami tanto se ho pregato in milanese
Quand l’è primavera Quando arriva la primavera
e in de l’aria l’è teved el so’, e nell’aria vedi il sole
caccen dent el crapin mettono dentro la testina
e stan li a curiosà, e stanno lì a curiosare
la famiglia luserta: la famiglia delle lucertole:
i fiolin con la mamma e’l papà i piccoli con la mamma e il papà
li de sott de la cros lì sotto la croce
preghen forsi anca lor pregano forse anche loro

Cippo di confine

Facciata oratorio

https://sites.google.com/site/sanprotasolorenteggio/

La Chiesa è in via Lorenteggio 31, ci passa vicino il tram 14 che potete prendere ,eventualmente, in Piazza Duomo

Ambrogio e i battisteri

Duomo con firma.jpg

Oggi vi vorrei far scoprire che cosa si nasconde sotto la pavimentazione del Duomo di Milano. Si, proprio sotto! Chissà quante volte ci sarà capitato di attraversare di corsa la piazza, facendo attenzione a schivare i piccioni, i turisti con le macchine fotografiche, e magari dando un’occhiata veloce alla Madonnina.

Invece mi chiedo, e vi chiedo, avete mai fatto caso che sul sagrato del Duomo ci sono dei solchi? È la pianta del battistero di San Giovanni alle fonti!

I resti sono “spuntati” la prima volta negli anni 60, durante la costruzione della linea rossa della metropolitana. Per accedere bisogna fare il biglietto e entrare nel Duomo. Pochi gradini e sembra di essere lontano anni luce dalla piazza e dalla modernità.

L’area è appena stata sistemata, si vedono delle tombe, i resti di Santa Tecla e poi lei: la vasca ottagonale. Doveva essere bellissimo all’epoca di Ambrogio: probabilmente c’erano dei marmi alle pareti e il pavimento era a mosaico bianco e nero. La pavimentazione della vasca doveva essere anch’essa a mosaico ma in verde e oro mentre la volta doveva essere blu. L’acqua pulita zampillava costantemente 365 giorni all’anno. Qui, in questo battistero, Ambrogio battezzò Agostino.

Battistero San Giovanni alle fonti

C’è poi un secondo battistero vicinissimo al Duomo. Chissà quante volte ci siete passati accanto e non ci avete nemmeno fatto caso. Eppure è lì dal IV secolo! Si trova proprio all’ingresso della salita alle terrazze con l’ascensore. Passati tutti i controlli, giratevi a sinistra. L’avete visto vero? Si tratta del battistero di Santo Stefano alle fonti.

La vasca è ancora ben conservata, si pensa che il pavimento fosse decorato con una croce e le pareti coperte da marmi bianchi. Dalle colonne forate scendeva l’acqua zampillante e probabilmente Ambrogio fu battezzato qui il 30 novembre del 374, prima di diventare vescovo il 07 dicembre del medesimo anno.

Santo Stefano alle fonti.jpg

Bene, abbiamo scoperto dove si trovano gli antichi battisteri, ma la metropolitana ci svela altri segreti: nel mezzanino della M1 possiamo trovare i resti dell’antica basilica distrutta di Santa Tecla. Grazie a Expo anche questa zona è stata sistemata e ripulita e pertanto possiamo ammirare un tratto della pavimentazione e dei mosaici.

Basilica di Santa Tecla

Pavimentazione romana.jpg

Tombe privilegiate.jpg

Sotto alla metropolitana, sempre in Duomo, si può vedere anche un rifugio antiaereo della guerra mondiale, ma quello è un altro argomento (che mi sta molto a cuore) e del quale parleremo più avanti.

Info: ovviamente metro M1/M3 rossa e gialla fermata Duomo!

Buone scoperte