Oggi voglio portarvi con me a conoscere Palazzo Bolagnos Visconti, un palazzo normalmente chiuso in via Cino del Duca. Era una vita che cercavo una visita guidata per riuscire a entrare a vedere la sala da ballo, che tanto mi incuriosiva, e finalmente a fine gennaio ci sono riuscita.
La storia del palazzo è abbastanza lunga: venne fatto costruire nel 1710 da Giuseppe Bolagnos di Oviedo che giunse in Italia al seguito del re Carlo VI. Benché fosse un nobile molto importante in Spagna, per entrare nel patriziato milanese doveva essere proprietario di un palazzo. La dinastia, purtroppo, fu molto corta e alla morte del figlio, il palazzo passò all’Ospedale Maggiore che lo vendette.
La proprietà passò poi ai marchesi Viani di Pallanza e in seguito all’artigiano Finelli, figura molto importante per la storia di Milano. Fondò la manifattura San Cristoforo per la lavorazione della ceramica: quando la società andò in liquidazione dovette cedere all’imprenditore svizzero Giulio Richard.
E siamo quindi ai primi del 900 quando il palazzo venne rivenduto a Uberto Visconti di Modrone: imprenditore tessile, mecenate, senatore. L’idea è quella di ricreare i fasti di un palazzo del 700 e pertanto viene affidato il compito al famoso architetto Campanini. È in questa occasione che sulla facciata viene apposto il simbolo del biscione. Quindi, tutto quello che vedremo oggi è un rifacimento novecentesco alla moda del settecento, molto in voga a Milano agli inizi del secolo scorso.
Siamo pronti per entrare? Si possono visitare diverse sale, ognuna con la propria caratteristica: c’è la sala piccola con gli stucchi dorati, la sala con la specchiera originale del 700, la sala della nobildonna con le cineserie nei sovrapporta, così come era in voga all’epoca e la sala della presidenza con il ritratto del primo proprietario.
Ma come vi dicevo, io sono entrata qui esclusivamente per lustrarmi gli occhi con la sfarzosa sala da ballo. Il pavimento è bellissimo: è a mosaico e disegna un bordo che rispecchia l’andamento del soffitto. Le pareti e il soffitto appunto sono riccamente decorati. Alle pareti sono apposte anche delle tele settecentesche che ricordano la pittura tiepolesca e rappresentano i trionfi e i banchetti biblici. Al di sopra delle tele ci sono dei balconcini per l’orchestra: quegli agli angoli sono agibili mentre gli altri sono dipinti. Ovviamente il soffitto rappresenta il trionfo della famiglia Visconti e sono rappresentati, tra gli altri, degli angeli che sollevano al cielo lo stemma di famiglia.
Piccola curiosità: il borgo di Grazzano Visconti in provincia di Piacenza, che a me è sempre sembrato piuttosto finto, in realtà è stato ristrutturato in stile neo medievale sempre dall’architetto Campanini per volere della famiglia Visconti di Modrone. Ai primi dei 900 due erano gli stili che andavano di moda tra le famiglie ricche dell’epoca, e i Visconti di Modrone hanno affidato l’incarico all’architetto per rendere “alla moda” entrambe le loro proprietà.
Metropolitana 1 rossa fermata San Babila