Eccoci qua alla scoperta di un altro luogo sconosciuto ai più, ma la cui storia si perde nella notte dei tempi, precisamente a quel 1400 del quale abbiamo già parlato in più di un’occasione.
Ci troviamo alla fornace Curti, come dice il titolo stesso. Ma chi sono i Curti? Un’antica famiglia di fornaciai, ancora attivi ai giorni nostri, che devono parte della loro fortuna all’incontro con Francesco Sforza. Siamo nel 1400 e Francesco Sforza e sua moglie decidono di far costruire l’ospedale della Cà Granda. Non ci sono tanti soldi da investire e l’opera deve essere terminata in poco tempo; viene affidata la produzione dei mattoni alla fornace di Giosuè Curti. Il territorio milanese è ricco di terracotta di un particolare colore rosso dovuto alla presenza di ferro. Questo fa si che gli oggetti in terracotta siano resistenti e soprattutto costino poco. La famiglia Curti si è occupata negli anni della ristrutturazione e/o abbellimento di diversi palazzi, chiese, teatri a Milano e in Lombardia. Possiamo ricordare l’abbazia di Morimondo, Santa Maria delle Grazie, il teatro Fossati…
Dal 1890 si trasferiscono in questa zona sud ovest di Milano, sempre in prossimità del Naviglio, dove in precedenza c’era già una fornace di mattoni. Ovviamente ad oggi la situazione è diversa: vengono fatti diversi lavori su commissione sia per privati che per eventi pubblici e alcuni spazi del secondo piano sono stati affittati a studi di artisti.
Il complesso è molto bello, appena varcato il cancello sembra di essere catapultati indietro nel tempo. C’è un ampio cortile dove si possono ammirare già alcuni manufatti, come ad esempio le splendide farfalle delle quali vi metto la foto più sotto. Ci sono poi le sale macchine dove si lavora l’argilla ancora con macchinari di inizio 900, il salone hobby, i forni, il deposito dei vasi.
La fornace si trova in via Walter Tobagi 8 a Milano, non c’è una metropolitana vicina ma potete prendere l’autobus 95 che vi porta proprio lì vicino.
Il 19 e 20 maggio 2018 la fornace Curti apre i suoi cancelli a tutti i visitatori con la possibilità di vedere anche parti che normalmente sono chiuse come i 20 studi di artisti posti al secondo piano della struttura.
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